ZERO UNO
DESCRIZIONE DELL’OPERA
0 1 vuol essere apologia di tutto ciò che, nell’atto di scomparire, diventa bianco e desidera essere nient’altro che bianco.
L’anelito del bianco è anelito della perdita dei confini, dell’intreccio di tutti gli orli sfilacciati in un’unità che si scontra continuamente con la frammentazione.
Il nero, il putrido che è il costante inciampo della materia nella frazione, nella separazione, è il manifesto dell’impossibilità del tentativo, la marcia del bianco che si interrompe nella caduta, nella faccia nel fango.
Il lavoro vuole essere una riflessione sulla memoria e sulla necessità, in questo regno del frammentario, di percepirsi come un tutto: in termini di individuo e in termini di comunità.
L’individualità sembra scontrarsi continuamente con la possibilità di essere parte di qualcosa, di essere parte di un tutto che respira; di sopraffare, coprire e negare il vuoto per includerlo.
Il nero (l’intervallo/lo slancio) diventa un elemento simbolico e necessario senza il quale lo sforzo del bianco non avrebbe ragione di esistere, senza il quale sarebbe solo il vuoto.
Di qui l’idea di una semiotica di un codice binario e dicotomico: zero e uno.