IRMINSUL
DESCRIZIONE DELL’OPERA
Le forme affiorano da ricordi assonnati, intravisti in un afoso meriggiare di dormiveglia, dietro la zanzariera del reale.
Una musica immobile e languida chiama lontana. Il Blu risponde e fa da guida, senza essercene accorti ci troviamo prigionieri all’interno di una gabbia dorata; la chiave: al solvere l’enigma che la geometria ci pone. La Linea scrutina, la Prospettiva suggerisce, la Forma è sorniona, eccole là, le vetuste sorelle, domandano:
Dove sto andando? Verso quale paese? Sono rimasto chiuso dentro o chiuso fuori?
Ecco che il sogno sa di sale, il segno lo corrode, la strada per casa è lunga e sempre più Blu, è fatta per chi riesce a rimanere, anche per pochi secondi, in apnea, impigliato, avvoltolato, imprigionato dalle sorelle, nelle maglie di luoghi silenziosi: le dimore dei re filosofi, le dimore dell’acqua.
L’osservatore si fa eremita di luoghi costruiti nella landa silenziosa, la mente; attraverso un magico rituale senza fine. La necessità è quella di astrarsi dal mondo come lo si conosce, dalla disonestà umana, e creare luoghi nuovi, case della musica dell’universo, testimoniando altri spazi: tracce dove il mio linguaggio indaga e diventa anima, dove tutto ciò che mi circonda non sa più di grottesca illusione, assume invece le sembianze di quel sgranato sogno che vorrebbe urlare verità.