LA STORIA
Gli inizi
Il Premio FIBRENUS fu istituito allorché l´Officina della Cultura di Carnello intese offrire un contributo alla valorizzazione di un ambito del patrimonio culturale locale la cui divulgazione risultava affidato per lo più alla memoria orale, sostenuta da una corposa documentazione storica.
A ragione di ciò si è dato vita ad un concorso a premi riservato agli alunni delle classi quinte della scuola primaria della Provincia di Frosinone. La partecipazione delle scolaresche è stata finalizzata alla produzione di un elaborato su tematiche proposte di anno in anno.
Nato con l´intento di riscoprire i valori culturali della media valle del Liri e del Fibreno, il concorso ha coinvolto tanti ragazzi che negli anni hanno raccolto e trascritto le testimonianze orali di nonni e anziani su fatti, abitudini e costumi destinati ad essere dimenticati; storie mai scritte ed esperienze cariche di valori umani: il quotidiano di uno contesto socio-culturale spesso sfondo e ambientazione di eventi appartenuti a una narrazione ufficiale e di prim'ordine.
Le tracce tematiche proposte hanno dato luogo a ricerche di gruppo che, oltre al confronto culturale, hanno favorito la socializzazione tra pari e il dialogo generazionale.
Dai lavori vincitori, spesso risultati corposi ed originali, sono stati pubblicati 12 volumi raccolti sotto la collana "Quaderni dell´Officina della Cultura".
Oggi
Carnello deve tutto al suo fiume. L'abbondanza delle acque del Fibreno, la sua docilità e forza hanno creato le migliori condizioni perché la comunità si ingegnasse a sfruttarne le peculiarità. Tale operosità risale ai tempi della Roma antica; da un'invettiva di Fufio Caleno che apostrofò Marco Tullio Cicerone come "figlio di gualchieraio", si apprende che la famiglia dell'illustre arpinate possedeva un opificio a Carnello.
Nel 1519 Ottaviano Petrucci di Fossombrone chiese ed ottenne una concessione dal duca di Sora per produrre carta a Carnello. Ottaviano era un ingegnoso personaggio che aveva messo a punto un metodo per la stampa della scrittura musicale; in tale attività aveva bisogno di carta: rara e costosa a quel tempo, per cui i suoi destini si incrociarono con i nostri.
Passarono per la cartiera di Carnello molti altri personaggi: gli Zino e i Lefebvre che nell'800 fecero la fortuna di questo borgo di operai. La fabbrica cresceva e con essa il bacino commerciale e demografico del territorio. Arrivarono poi i De Caria e all’inizio del Novecento la fabbrica contava fino a cinquecento fra operai ed impiegati. Quest'ultimi proprietari però non poterono nulla di fronte a una concorrenza nazionale favorita dai provvedimenti attuati dallo stato; dopo alterne vicende la cartiera di Carnello chiuse definitivamente nel 1932.
Era finita un´epoca per Carnello ma i suoi operai continuarono a lavorare nelle cartiere ancora attive tra il Liri e il Fibreno. E’ storia nota che la dissoluzione di questo grande bacino industriale della media valle del Liri, protrattasi dalla seconda metà dell'800 agli anni Settanta-Ottanta del '900, ha lasciato un patrimonio di archeologia industriale fatto di macchinari e capannoni in rovina nonché edifici amministrativi, centrali idroelettriche (molte ancora in funzione), tracciati ferroviari di collegamento fra le industrie e residenze poste in quartieri che ancora caratterizzano il territorio.
Di questo patrimonio, dopo una lunga stagione di dismissioni, restano per lo più scheletri inutilizzati aggrediti dalla ruggine e dalle intemperie.
L’Officina della Cultura, nell’intento conservare detto patrimonio culturale e antropologico, propone una riflessione su questa stagione storica al fine di ricercarne un possibile riscatto, anche attraverso il dialogo con le tante "medie valle del Liri" d'Italia.
Da ciò è scaturita l’idea di "Carnello cArte ad Arte": un concorso riservato a quell'ambito della ricerca artistica condotto per mezzo delle tecniche dell'incisione e strettamente connesso all'utilizzo della carta: anello di congiunzione con la storia di questi luoghi.
Riconoscimenti
Il Fibrenus taglia il traguardo del quarto di secolo ed arriva, inaspettato, un grande riconoscimento direttamente dal progetto ITALIA CREATIVA.
Il Premio Fibrenus è stato, infatti, inserito tra le buone pratiche emerse nel corso di questi anni nell’ambito dei progetti selezionati nella ricerca “Economia della cultura e giovani: strumenti di intervento pubblico per lo sviluppo socio-economico locale” coordinata da Annalisa Cicerchia, Segretario generale dell’Associazione per l’Economia della Cultura.
ITALIA CREATIVA è un progetto per il sostegno e la promozione della giovane creatività italiana a cura del Dipartimento della Gioventù- Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con l’ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani e il GAI Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani.