Alex Altinier - Passaggio di linfa - 2023
Acquaforte - 48,5x60 cm
Descrizione dell’opera
L’opera incisoria dal titolo “Passaggio di linfa” è stata realizzata con la tecnica dell’acquaforte. L’opera nasce da un attento e paziente studio anatomico del movimento e dell’azione dinamica che il corpo umano compie durante il passo e il salto, rappresentando in sequenza tutte le fasi dell’atto e le relative forze e tensioni che agiscono su di esso in modo da sovrapporre più soggetti per ottenere una fusione e composizione fluida di più corpi. Questo linguaggio però non era ancora abbastanza maturo e sufficiente per rappresentare l’idea che avevo in mente. Da qui ho iniziato gradualmente a rompere le forme e i confini corporei dei soggetti in modo da farli fluire e interagire con lo spazio e gli elementi che lo costituiscono, modificandosi a vicenda, per giungere ad una dissoluzione totale della forma anatomica iniziale.
In quest’ultima fase di elaborazione il segno grafico diventa protagonista della creazione e costituisce l’elemento fondamentale in quanto crea e determina le relazioni tra i singoli componenti dell’immagine a seconda del suo orientamento, forma e posizione nello spazio.
Questa fitta trama segnica non solo agisce sui volumi delle forme anatomiche ma ne crea a sua volta di nuovi facendo interagire l’uomo con diversi elementi che derivano dal regno vegetale e fenomeni di natura fisica come ad esempio i moti vorticosi e le correnti dei fluidi e dell’aria, in modo da creare una globale visione cosmica e di simbiosi con il mondo naturale.
Questa connessione con il mondo naturale deriva dal mio profondo rapporto con gli ambienti naturali, soprattutto i piccoli biomi. La mia predilezione per i piccoli mondi nascosti rispetto agli spazi aperti deriva dal fatto che la vastità del pianeta non mi permette una buona comprensione del suo insieme. Una dimensione più intima e contenuta mi aiuta ad avvicinarmi di più all’essenza delle cose, a ritrovare il controllo di me stesso e a stabilire un equilibrio con quello che mi circonda. Paradossalmente mi perdo nei piccoli infiniti dettagli ma in questo caso non si tratta di smarrimento, bensì di inclusione, connessione e fusione con quello che osservo, sento e creo.