Sonia Gavazza - Menage a trois - 2023
Acquaforte, acquatinta, pastello litografico - 29x23 cm
Descrizione dell’opera
Viviamo in una condizione di precarietà per la quale sembra di non avere alcun potere di controllo o di cambiamento, in quanto troppo grande e complessa. La globalizzazione ha creato una matassa talmente fitta ed aggrovigliata che ne abbiamo perso il capo, facendoci credere d’essere sul punto del non ritorno. La comunità non ha le competenze per comprendere quali siano le scelte migliori per migliorare il mondo e non vuole rinunciare alle sue comodità: è più impattante mangiare carne o la soia che proviene dalle monocolture intensive? Quanto consumano foto, email, ricerche, messaggi prodotti giornalmente sui dispositivi? Sarà gestibile lo smaltimento delle batterie prodotte in quantità sempre maggiori per tutti i dispositivi elettrici e considerati “green”? In quanti rinunciano all’automobile, alla comodità della doccia giornaliera, al delicato profumo dell’ammorbidente?
Non è forse indispensabile operare un cambiamento alla radice, ovvero alla base della mentalità individuale e collettiva, che metta in discussione l’attuale modo di pensare alla comodità e alla cooperazione?
L’opera Menàge a trois vuole puntare l’attenzione sulle dinamiche relazionali, non solo tra esseri umani: illumina la necessità di co-costruire un nuovo sistema di valori basati sulla cooperazione, sul
riconoscimento dell’altro e sull’accoglienza della differenza. L’era dell’antropocene necessita di essere sostituita, citando Donna Haraway, con una simpoiesi basata sul con-fare, il con-vivere e su coalizioni orizzontali che vanno oltre al normato e al convenzionale.
Il termine “menàge a trois” inteso come “relazione, non necessariamente di natura sessuale o erotica, ma in ogni caso di tipo sentimentale, fra tre persone” ne diventa indizio e spunto di riflessione per comunità di nuova natura.
L’incisione è realizzata con le tecniche dell’acquaforte, acquatinta e pastello litografico su zinco, non ancora sottoposta a tiratura e stampata dall’artista presso Archivio Tipografico di Torino.