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Marco Trentin - Collateral shock - 2023 Xilografia - 50x70 cm

Descrizione dell’opera

Il soggetto è sempre creativo, in ogni circostanza. Determina se stesso attraverso l’esperienza delle proprie scelte e attraverso l’insegnamento che le scelte e le volontà altrui possono trasmettergli. Ogni essere vive in potenza finché sarà capace di ideare e immaginare, potrà creare sé stesso e l’universo che lo circonda. L’Arte è l’esperienza della verità. È, e dovrebbe essere, l’impronta del nostro passo. L’artista È senza il culto di sé: essere artista non è celebrazione del proprio ruolo o del personaggio creato dallo spettacolo. Rivela al mondo ciò che si nutre solo della verità. Realtà e verità che crescono avvalendosi non delle manifestazioni del proprio agire, dei prodotti dell’intervento intimo nel reale, ma della capacità e dell’esperienza unica e irripetibile che scaturisce dal suo agire. Forse solo l’arte, figlia dell’amore e della libertà ci può guidare, insegnare a tutti noi la verità. Una verità che si compone di miriadi di narrazioni a cui quotidianamente veniamo sottoposti. La nostra verità si costituisce di piccoli dettagli che vanno a disporsi in un panorama individuale e sta a noi verificare quanto del “vero” possiamo ricondurre al “reale”, per divenire definitivamente parte di noi.
L’artista è un osservatore privilegiato: può e deve prendersi il proprio tempo per descrivere la realtà, la rappresentazione e la finzione che ne deriva. L’artista può essere l’anello di congiunzione tra la realtà e lo spettatore mostrandone il limite troppo spesso nascosto. Il limite definisce una divisione dell’insieme che troppo spesso viene rimarcato per definire una controparte, per definire il nemico, per individuare il diverso. Troppo spesso siamo abituati ormai a subire la realtà come ci viene descritta da chi ne ha interesse. Interesse che questo stato di diversità rimanga per permetterci di vivere delle vite irresponsabili di quello che accade e che potremmo evitare se non si delegasse noi stessi a qualcun altro. Abbiamo delegato la verità a chi ce la racconta, il potere a chi ci guida, il senso critico a chi ci giudica. Il limite, il confine che ne deriva da mentale diventa fisico e troppo spesso ne fa scaturire il conflitto. Possiamo evitare tutto questo?

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